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“T.S.”, II*
E poi avrete sentito, almeno una volta quando il liquido, delicatissimo, esce dalla bocca, scorre giallo nel lavandino e la sonda e le sirene sempre più lontane. il respiro si appanna, finisce, riprende quanta pace nella spiaggia gelata dal temporale: una canoa va verso l’isola corallina e sotto l’oceano si accoppiano le cellule sessuali non ci sono eventi irreparabili ma solo le spugne cicliche, gli insetti che hanno coperto l’aria: ecco un colore di madreperla, una roccia nella sabbia, i passi, ecco la mamma, l’accapatoio che toglie con un solo gesto solennità della luce, la meraviglia, la prima e la femmina del pellicano chiama la nidiata sparsa nella tempesta e forse vede qualcosa, tra gli scogli, qualcosa che si muove domani correrà con i suoi bambini mescolata, per respirare nel turchese profondo della marea che sale in superficie, sta rinascendo adesso e trova una terra diversa, un’altra voce. Milo De Angelis, ˝I. L’ascolto (1974-1975) ”, Somiglianze (Guanda, I Quaderni della Fenice di Guanda, Milano, 1976 ; nouvelle édition revue par l’auteur, Guanda, 1990), in Milo De Angelis, Tutte le poesie, 1969-2015, Mondadori, Collezione Lo Specchio, 2017, pp. 11-12. ________________________ NOTE d’AP : *“T.S.” (Tentato Suicidio)
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